L’abbinamento tra le pompe di calore e sistemi radianti, lo abbiamo detto più volte, è una delle chiavi di successo per portare a termine il percorso di riqualificazione energetica degli edifici previsto dalla direttiva europea Case Green (EPBD). Uno studio del Politecnico di Torino, promosso dal Consorzio Q-RAD, ha dimostrato come intervenendo solo sugli impianti si possano raggiungere gli obiettivi previsti dalla direttiva.
IL DUBBIO
Uno dei cavalli di battaglia del fronte più critico nei confronti dell’EPBD sostiene che, nella maggior parte dei casi, non sia possibile intervenire in modo radicale sugli impianti del patrimonio edilizio esistente. Ma è davvero così? I dati e le ricerche scientifiche direbbero il contrario.
I DATI
Secondo le previsioni dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), quest’anno il numero di pompe di calore installate nell’Unione europea salirà a 4 milioni contro i 2 milioni del 2021: entro il 2030 dovrebbe arrivare 7 milioni all’anno. L’ago della bilancia di questo cambiamento epocale saranno gli edifici esistenti più che le nuove costruzioni. E con una maggioranza schiacciante. Entro la fine del decennio, indicano i dati rapporto, le pompe di calore installate nel patrimonio edilizio esistente saranno quasi tre volte di più di quelle realizzate per il nuovo.
SISTEMI RADIANTI NEL PATRIMONIO STORICO
Abbiamo affrontato questo tema ance durante l’ultimo Q-DAY organizzato da Consorzio Q-RAD con il Politecnico di Torino . La transizione ecologica degli edifici storici è stata al centro dell’intervento dell’arch. Esmeralda Valente, Dirigente Servizio Tutela del patrimonio storico artistico e architettonico del Ministero della Cultura che ha sottolineato quanto la riqualificazione energetica dell’immenso patrimonio storico, nel contesto attuale di crisi climatica, possa contribuire in modo sostenibile agli obiettivi di efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2 previsti dalle normative europee. Un’opportunità che richiede un dialogo continuo tra tecnologia e tradizione, tra conservazione e innovazione, tra enti pubblici, aziende private e università: in questo scenario l’utilizzo di sistemi radianti può rappresentare un’opportunità grazie alla capacità di offrire soluzioni adatte agli spazi storici.
LO STUDIO DI FRAUNHOFER INSTITUTE
Un altro studio, questa volto condotto dal Fraunhofer Institute, una delle più grandi organizzazione per la ricerca applicata in Europa ha monitorato edifici di età compresa tra 15 e 150 anni che erano stati parzialmente o completamente ristrutturati con misure di risparmio energetico e dotati di pompe di calore scoprendo che questi impianti sono più di tre volte più efficienti di una caldaia a gas.