L’integrazione tra sistemi radianti e ventilazione meccanica controllata (VMC) ha diversi impatti positivi sugli edifici: in termini energetici, finanziari e per quanto riguarda il comfort degli occupanti. Ed è proprio alla quantificazione di questi vantaggi che è dedicato un articolo sull’ultimo numero della rivista scientifica internazionale Energies curato dal DENERG del Politecnico di Torino e dal Consorzio Q-RAD.
La ricerca affronta e mette in relazione gli ultimi sviluppi tecnologici orientati sia a ridurre i consumi energetici delle costruzioni sia ad offrire agli occupanti un ambiente sano e confortevole. Da una parte i sistemi radianti, e in particolare le tipologie a basso spessore ideali per i progetti di ristrutturazione che garantiscono comfort ed efficienza energetica sia in inverno che in estate ma che necessitano, quando sono in funzione di raffrescamento, di un impianto di trattamento dell’aria. Dall’altra le tecnologie di ventilazione meccanica controllata, una gamma di dispositivi con grande potenzialità in termini di deumidificazione e ricambio dell’aria, che non sembrano ancora pienamente sfruttate.
I calcoli e i risultati della ricerca si basano sulla simulazione di un intervento per realizzare un impianto di ventilazione meccanica controllata (VMC) abbinato ad un sistema radiante in un tipico caso di studio residenziale in Italia. L’edificio utilizzato come riferimento per lo sviluppo delle analisi è un NZEB completamente elettrico (chiamato CorTau House) costruito nel 2016 dal recupero di un immobile rurale. L’edificio si trova in Piemonte (zona climatica E), e ha una superficie di 140 metri quadrati. Poiché è già stato analizzato in dettaglio in letteratura sia per quanto riguarda il design che in termini finanziari e le sue prestazioni è oggi riconosciuto come un modello rappresentativo degli edifici NZEB in Italia.
I risultati dello studio dimostrano che la sola ventilazione meccanica controllata è in grado di ridurre di oltre il 30 per cento la domanda di energia primaria. Oltre a questo la VMC aumenta dell’8 per cento la Smart Readiness dell’edificio. Lo “Smart readiness indicator” (SRI) è l’indice comune dell’Ue per valutare la predisposizione degli edifici a utilizzare le tecnologie intelligenti, introdotto dalla Direttiva EU 2018/844 sulle prestazioni energetiche degli edifici (EPBD). SRI contribuirà ad aumentare la consapevolezza dei vantaggi che le tecnologie di costruzione intelligente apportano alla creazione di edifici sani, efficienti dal punto di vista energetico e confortevoli, anche tramite l’automazione degli edifici e il monitoraggio elettronico di riscaldamento, acqua calda, ventilazione e illuminazione. La ricerca spiega anche che occorre sviluppare ulteriori politiche di incentivazione per compensare i costi, ancora elevati, per l’investimento e la manutenzione dell’impianto.
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