EPBD, sistemi radianti, case in affitto: chi paga?

29 Novembre 2024

La direttiva europea sulle Case Green (EPBD) prevede una graduale transizione energetica degli edifici fino alla completa decarbonizzazione entro il 2050. Oltre alla case di proprietà, il passaggio a edifici a zero emissioni vale anche per gli immobili in affitto. Ma chi sosterrà le spese della riqualificazione, il proprietario o l’inquilino? Nel caso di una soluzione puramente impiantistica, la sostituzione dei terminali tradizionali con un sistema radiante, del generatore con una pompa di calore e dell’installazione della VMC per la qualità dell’aria indoor richiede investimenti che, in assenza di misura specifiche, sarà difficile mettere in cantiere.

 

Di questo tema ne ha parlato il prof. Andrea Tilche dell’Università di Bologna durante l’ultimo Q-DAY che si è svolto giovedì 14 novembre all’Energy Center del Politecnico di Torino. Gli inquilini, ha ricordato il docente con una lunga carriera alla Commissione europea, non hanno incentivi a investire in un immobile in locazione così come i proprietari non hanno incentivi a intraprendere sforzi di ristrutturazione.

 

Al contrario, nel caso di una riqualificazione energetica dell’immobile, per recuperare i costi di investimento, i proprietari dell’edificio tendono a trasferire gli oneri agli inquilini aumentando gli affitti. In base all’entità dell’aumento dell’affitto si rischia di sbilanciare il budget familiare degli inquilini anche a fronte di costi energetici inferiori. È il cosiddetto problema degli “split incentives”per le riqualificazioni energetiche.

Il problema è ancora più evidente per le famiglie a basso reddito che dedicano la quota più alta del reddito ai costi correlati all’alloggio: sono più vulnerabili a qualsiasi aumento dell’affitto che non sia sufficientemente compensato dal risparmio energetico come riflesso nelle bollette energetiche.

 

Come ha dimostrato la ricerca del DENERG del Politecnico di Torino in collaborazione con Consorzio Q-RAD, presentata durante il Q-DAY 2024, si può avere un risparmio energetico tra il 30 e il 40%, con punte fino ad oltre il 60% solo grazie ad interventi di efficientamento della parte impiantistica. Quindi sostituendo radiatori e caldaie a gas con sistemi radianti, pompa di calore e ventilazione meccanica controllata (VMC). In questo modo, anche senza interventi sull’involucro edilizio, è possibile raggiungere gli obiettivi fissati dalla direttiva europea Case Green.

 

Nel caso delle case in affitto a famiglie a basso reddito l’esperto dell’Università di Bologna ha indicato come possibile soluzione per uscire dall’empasse degli split incentives gli accordi territoriali, una forma giuridica per contenere gli aumenti del canone in seguito a ristrutturazione con riduzione dell’aliquota fiscale sull’incremento applicato.