All’MCE non si parla d’altro: l’approvazione al Parlamento europeo dell’EPBD, la direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici. Molte realtà del settore impiantistico (e non solo) presenti all’Expocomfort di Milano che si chiude domani, discutono delle modifiche che sono state inserite nel testo finale della direttiva green. Anche per le aziende di Q-RAD, presenti in fiera sia come espositori che come visitatori, è stata un’occasione di confronto sull’argomento a cui il Consorzio ha dedicato uno specifico approfondimento tecnico nell’ambito della collaborazione con il DENERG (Dipartimento Energia Galileo Ferraris) del Politecnico di Torino. Uno studio che, alla luce delle revisioni introdotte nella EPBD approvata a Strasburgo, sarà con ogni probabilità aggiornato.
Quello che non è cambiato è il grande successo e l’estrema attualità dei sistemi radianti nel contesto della decarbonizzazione del settore edilizio. Un consolidamento dovuto alla flessibilità di questi impianti che si possono integrare con tecnologie di generazione ad alta efficienza e fonti rinnovabili sia in riscaldamento sia in raffrescamento, nonché con gli impianti di trattamento dell’aria.
Con l’evoluzione tecnologica della climatizzazione radiante degli ultimi anni, e l’inserimento nella nuova norma UNI EN 1264 dei sistemi a basso spessore e bassa inerzia termica, sono aumentate le opportunità di applicazione su larga scala di questi impianti adatti ad ogni tipo di intervento e in modo particolare alle ristrutturazioni.
Il testo della EPBD approvato, che sarà poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europa, prevede che gli Stati membri riducano il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035: oltre la metà di questi interventi dovranno arrivare dalla ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori. Nel caso delle costruzioni non residenziali, gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.
In Italia, secondo le ultime analisi, il settore edilizio ha un peso rilevante sui consumi nazionali e presenta enormi difficoltà nella riduzione delle emissioni, rappresentando ancora oggi quasi il 20% delle emissioni nazionali di gas serra legate all’energia. Dal picco del 2005 le emissioni di questo settore sono scese solo del 12% e, nonostante gli schemi di incentivazione per l’efficienza energetica in vigore dal 2007, non mostrano un trend di riduzione significativo.